L’attaccante ha segnato a Teramo la prima rete con i giallorossi. “Bene il gol ma avrei preferito portare a casa il risultato. Ma in questo gruppo c’è del buono. Ci risolleveremo”

Di seguito l’intervista integrale della versione apparsa sul numero 21 di RFC Magazine consegnato allo stadio in occasione della partita Ravenna – Modena

Il Ravenna aspettava un gol dei suoi attaccanti dal 31 maggio scorso (Broso nella semifinale di Poule Scudetto di D), Carmine De Sena dal 30 aprile, quando segnò il 2-2 del Cuneo a Borgosesia, ultimo dei suoi 13 gol con i piemontesi. A Teramo, dunque, doppia gioia, guastata però dalla sconfitta. “E’ normale essere contenti per avere segnato un gol – precisa De Sena – ma la cosa più importante era portare a casa un risultato positivo. Non ci siamo riusciti, anche per una buona dose di sfortuna negli episodi chiave della gara, ma vedendo le prestazioni fornite fin qui non dobbiamo essere negativi, dobbiamo lavorare e cercare di portare la fortuna dalla nostra parte. Nella nostra squadra c’è del buono, questo è un gruppo serio e intelligente e abbiamo già capito che solo lavorando sul campo ancora di più e sempre meglio possiamo risalire la corrente”. In attesa di capire come finirà questa stagione, De Sena assapora il gusto di essere tornato in categoria, dopo le tre stagioni in Prima Divisione col Portogruaro e con la Paganese. “Avevo vinto il campionato di D con l’Ebolitana – ricorda – e arrivò la chiamata del Portogruaro. Feci bene, sette gol in 25 partite, e sperai in una chiamata dalle categorie superiori. C’era qualche contatto ma la società non volle cedermi, così sono rimasto in Veneto”. Tre anni dopo, De Sena ha ritrovato una C “con meno squadre forti di quelle che c’erano allora, ma comunque di un livello importante”, e ha archiviato alla voce “occasioni mancate” l’esperienza in A col Parma. Era l’annata di disgrazia e del caos 2014/15. “Non ho mai avuto la possibilità di essere convocato e ho fatto subito la rescissione, però ho dovuto aspettare gennaio, e quando ho visto che non sono arrivate proposte concrete sono stato fermo, ripartendo poi dalla D”. Altro giro di giostra vincente a Cuneo ed ecco Ravenna: “Appena mi è stato proposta questa soluzione ho voluto subito chiuderla: conoscevo la storia della società, il fascino della piazza, mi piacciono anche i colori. Salvatore (Papa, ndr.), che era con me a Cuneo, ci ha messo le parole giuste in più per confermarmi la bontà della scelta. A poco più di un mese dalla scelta, dico che sono ben felice di averla fatta: mi sono subito trovato bene e ho trovato un gruppo di ragazzi davvero valido sotto ogni profilo. Insieme lavoreremo ogni giorno sempre più duramente per provare a vincere quante più partite possibili e arrivare al traguardo della salvezza”. Un traguardo che richiede sacrifici, quelli che De Sena ha capito subito di dover fare, guardando il suo idolo, Maradona, che chiudeva il suo ciclo a Napoli pochi mesi prima che Carmine nascesse.  “Quando nasci a Napoli e sei piccolo è normale che l’effetto di  Maradona si faccia sentire, quando ero bambino, mi guardavo molti video con le gesta di Maradona ed era inevitabile innamorarti del calcio, di lui e delle sue giocate: scendevo nel parco vicino a casa e cercavo di fare quello che faceva lui, c’era la spensieratezza del bambino e la voglia di emularlo ma poi si cresce e capisci che per arrivare dove è arrivato lui ci vogliono tanti sacrifici, quelli che hanno sempre fatto i miei genitori per assecondare il mio percorso e quelli che ho fatto io, costretto a vivere lontano da casa molto presto”.