Ha segnato a tutte le latitudini, Riccardo Innocenti, e in tutte le categorie disputate, dalla C1 all’Eccellenza e perfino nella A maltese e a 41 anni suonati non si è ancora stancato di raccogliere trofei da inserire nella sua personale galleria, dove da domenica finisce anche il rigore realizzato al Tardini, uno dei contesti più prestigiosi in cui “Inno” si è trovato a giocare. E peccato che quella rete non sia servita per portare a casa un risultato positivo e per mantenere l’imbattibilità della gestione Mosconi. E’ l’amarezza a prevalere nelle parole del capitano rispetto alla gioia di quella segnatura, la nona in questo campionato, la 23ª con la maglia del Ravenna, la 266ª in carriera. “Ci è mancata la cattiveria – è la sua analisi – e forse abbiamo patito il timore reverenziale che si manifesta quando ti misuri contro squadre di questo livello. Sicuramente il loro primo gol ci ha condizionato e non siamo riusciti a giocare come volevamo. Nella ripresa si è visto, invece, il Ravenna propositivo e offensivo, ci siamo scrollati di dosso apatia ed emozione e abbiamo giocato più sciolti: abbiamo segnato due reti e preso un palo. La vittoria del Parma è meritata, ma almeno abbiamo onorato la gara e la maglia e spero che la nostra gente lo abbia capito”. Al cospetto della capolista si è, dunque, fermata la serie positiva dei giallorossi dopo sette partite. “Abbiamo concluso il trittico con le grandi del girone con due punti – sottolinea – e siamo ancora in un percorso di crescita importante. Adesso che ricominciano gli scontri più alla nostra portata dobbiamo evitare i cali di tensione e ricominciare a fare subito punti, a cominciare da domenica”.